martedì, settembre 25, 2007
Dove osano le aquile
Sarò breve: è passato di qui il presidente Ahmadinejad con un codazzo di manifestanti incattiviti, telecamere e scuolabus. Il preside di Columbia Lee. C. Bolinger, avendo sparato l'azione di marketing più azzardata dell'anno nell'invitare un nemicone degli americani, ha somatizzando lo stress con un carosello di interrompinsulta scandaloso dal punto di vista della libertà di parola, la quale si è vergognata ed è andata a farsi le unghie al negozio all'angolo. L'"insignificante e crudele dittatore" ha mostrato oratoria e sangue freddo da, appunto, crudele dittatore professionista, cosa facilitata dagli insulti e le interruizoni dei presenti in sala, uscendone poi meno sgualcito di quanto si volesse. Pare poi che gli americani ce l'abbiano con lui per vari motivi, ma tra i quali c'è una certa bomba molto simile ad una che l'America ha usato tempo fa. Pare che qualcuno abbia detto che è una vergogna che il dittatore di cui sopra sia stato invitato a parlare perché, riassumo a braccio, con l'oratoria da dittatore che ha e i metodi alla Hitler, poteva essere pericoloso, entrare nelle menti degli ingenui studenti (che ve li farei vedere, come sono ingenui). E soprattutto: molti manifestanti non ce l'avevano unicamente con lui, ma col fatto che gli fosse permesso di parlare a Columbia.
Pare quindi che proprio qui, dove la parola dovrebbe essere libera e l'uomo "civilizzato" e quindi dotato di un certo discernimento, sia proprio la parola a fare così paura. Penso che sotto sotto qui temano che a furia di TV spazzatura e tabloid la gente si sia del tutto rincoglionita e si metta a dar retta al primo crudele dittatore che passa. Oppure che la puzza di merda sia troppa e dia alla testa.
Pare che ci sia proprio tanta paura in generale qui. Peccato.
 
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