Ho un problema di pelle. Alla mia amatissima pelle, che ora è cosparsa di pustole orrende e pruriginose.
Trattasi di parassita che è gentilmente entrato senza bussare, si sospetta durante un immersione in un congresso di meduse qualche giorno fa.
Puntualizzo che non si attacca o, con le parole della dermatologa: "è una cosa tua".
Leggi sfiga personale, destino infausto, macumba andata a segno.
Ma il punto è un altro.
A causa di questo fastidioso ospite della mia pelle, devo imbottirmi di creme, cremine e pillole. Concentriamoci su queste ultime.
Non avevo mai preso antistaminici per bocca, tranne una volta, dopo uno spiacevolissimo incontro con una bistecca di tonno mezza cruda in là con l'età (immagino 200 anni, ma portati benissimo) che ha saputo dare, come dire, una scossa alla mia vita.
Quella volta, avevo preso una pillola sola, mentre correvo tra il letto e il bagno.
Oggi invece sono sul lavoro, a godermi gli effetti secondari di questa pillolina che il bugiardino dichiara utilizzabile anche come ansiolitico.
Ooohhh.
Ed eccomi che rifletto sui borlotti che infilo uno ad uno con la forchettina di plastica, gioco coi broccoli che mi sono portata per pranzo, mi fermo a notare lo stato di consunzione dei tasti del mio pc. Pare che prema spazio sempre nello stesso punto, dove è diventato liscissimo, quasi come la lettera N. La Q, ovviamente, sembra nuova. Anche se provo a metterla in pari con gli altri: qqqqqqq. Niente da fare, ruvida come mamma l'ha fatta.
Sono anche riuscita a sostenere le risposte stressate di N. con una calma buddhista, dicendogli di non agitarsi, anche se nella norma lo avrei insultato pesantemente.
Magiche pilloline.
Dovrò prenderle per almeno una settimana.
Glup!
Tag: antistaminici, droghe, stanchezza