Gli occhi pulsano, la faccia infiamma, le mani tremano, la schiena brivida.
Anche se il verbo brivida non esiste, la schiena lo usa lo stesso. Dopotutto, anche se una schiena è ignorante non troverà mai nessuno che glielo rinfacci.
Non so se la sensazione di nausea mi fa percepire una sorta di bolla d'aria calda intorno a me o se è la bolla che mi da la nausea.
Quello che so è che questo stato sull'orlo del delirio mi sta coccolando amabilmente il cervello, giocando con le sinapsi come coi lego, creando casine dove c'erano automobili e così via.
E' quasi una canna. No, per dire. Sono al lavoro e il bianco dei muri e della scrivania non mi abbaglia come al solito, non sento la puzza di chiusa del nuovo ufficio senza finestre, non percepisco se il numero di strati di abiti che indosso sono troppi o troppo pochi. Sto anche perdendo l'uso del congiuntivo.
La cosa più divertente è che mi ha preso bene: niente paranoie o altro, solo un involucro di febbre che mi circonda e mi protegge dal mondo esterno. Se non fosse per qualche colpo di tosse che mi risveglia, direi che mi sto addormentando la coscienza, mantenendo il corpo vigile e al lavoro.
Oggi devo anche fare un sacco di telefonate con questa voce transessuale da mal di gola di ordinanza, e la cosa la trovo pure divertente.
Quando dico pronto so già che dall'altro capo del filo qualcuno si immagina una delle sorelle di Marge Simpson, mentre fuma come una dannata. E invece no. Io non fumo affatto. Ho mal di gola, signora, mi scusi. Anzi, ne rida con me, così 'sta telefonata da amrtedì mattina diventa più divertente.
Mi sa che vado a casa, latte e miele e coperte, tante coperte. Con il gatto che cerca di raggomitolarsi su di me. Ahh.