venerdì, ottobre 20, 2006
"A volte bisogna avere il buongusto di non scrivere"
disse Madam L. con un sopracciglio alzato dallo sdegno.
"Specie quando si tratta delle pagine del proprio diario. Non si vorrà mica, in un futuro in cui si sarà persone migliori, rivolgere lo sguardo a quelle pagine e riconoscervi la mediocrità!"
"Non c'è alcun dubbio" aggiunse Sir C., ravvivando il fuoco della pipa "che questo provocherebbe un cedimento nell'opinione verso la propria persona"
"Infatti, Sir C., è per questo motivo che quando i miei occhi si posano su memorie tanto misere e noiose, l'unico sentimento che mi riempie è la compassione per le povere anime che vi hanno sfogato le loro tiepide emozioni e pochi pensieri addormentati".
"Confesso, Madam L., che anch'io, in passato, ho scritto interi diari di futilità. Ed oggi, con questa mania di pubblicare ovunque le proprie memorie, sono costretto in ogni attimo a riandare, con la mente, a quei tempi passati."
"E come fate, dunque, Sir C.? Che consigliate?"
"Non leggere. Non leggere più queste righe cariche di nulla."
"Eppure, Sir C., non posso farne a meno. C'è qualcosa, in queste puerilità lasciate al vento che mi attrae. Leggere, ad esempio, della mediocrità delle giornate di Miss G., raccontate con il suo vocabolario patetico, come dire, mi rassicura."
"Vi rassicura?"
"Esatto. Mi fa vedere la mia vita come un riverbero di luce continua, a confronto del buio intellettuale di ciò che leggo."
"Forse è questo, madame, che fa la fortuna di questi nuovi scrittori. C'è qualcosa, in loro, che dà conforto. Ciò è da ricondursi all'epoca del reality show, agli inizi del secolo ventunesimo, che portò alla distruzione del concetto di artista e di spettacolo, con cui precedentemente si definivano alcuni intrattenimenti pubblici."
"Davvero, sir?"
"Certo. A quell'epoca si parlava di blog, di tv e di Internet in modo diverso: il costume voleva che tutti vi partecipassero."
"Oh, sir! Tutti su Internet e in TV? E poi che accadde?"
"Quello che accade sempre con queste cose, madam. Chi non aveva nulla da dire, col tempo, trovò altri mezzi più nuovi, in modo da riempire con la forma il vuoto di sostanza."
"E per qual ragione quegli antichi strumenti sopravvivono ancora oggi? Che accadde?"
"Semplice, madam. Vi rimase chi aveva di che parlare, scrivere, commentare e intervistare. Gli altri oggi scrivono, filmano, parlano su tutto, persino su questa tazza da tè. Ecco, vede? Qui c'è il racconto della festa di ieri sera scritto da tale T., con la foto dell'abito indossato e l'intervista al vip presente. Premendo i fiorellini vicino al manico si passa alla storia di U., che è stato appena licenziato."
"Per questo sir, non posso fare a meno di leggere. Le parole vuote sono ormai ovunque! Anche sul mio vestito, se non sto attenta a sistemare la gonna, appaiono dei video che mi fanno sembrare una balena!"
"Non disperatevi, madam. Chiudete gli occhi. Smettete di leggere. Non toccate nulla. Apriteli solo quando saranno necessari. Dopotutto possiamo continuare a scriverci anche senza tastiera, col traduttore di onde cerebrali."
"Avete ragione sir. Ma ora vi devo proprio lasciare."
"Come mai madam, se posso?"
"Qui dove mi trovo è ormai notte fonda. Sapete, ho bisogno di dormire."
"Perdonatemi, madam. Per un attimo non ricordavo le differenze di fuso."
"Nessun problema, sir. Allora ci risentiamo domani. Mi collegherò verso le otto. Ora locale."
"Vi auguro una buona notte, madam."
"Anche a voi sir."
"Questa comunicazione vi è stata offerta da Onifachs Corporation. Dite la vostra con Onifachs casa, per entrare nei salotti più esclusivi."
"Clic."
"Clic."
 
posted by www.mauriziamancini.com at 5:07 AM | Permalink | |