venerdì, ottobre 06, 2006
Sì, viaggiare
L'aria è frizante, stamattina ci vuole un po' di radio a finestrini abbassati.
Niente cd, lasciamo che l'etere ci sorprenda.
Purtroppo, però, niente idillio musicale, ma la pubblicità di, mi pare, Radio Record.
Il concetto, in due parole, è che dovunque tu sia, con Radio Record, sei sempre a casa tua.
Subito la mente va a quelle curiose catene di alerghi che hanno fatto la propria fortuna su questo: pieni di camere quasi identiche, si replicano, a loro volta quasi identici, ovunque si trovino. Lo scopo è rassicurare chi viaggia molto, che in questo modo dovrebbe, pare, sentirsi più a casa.
Tralasciamo le turbe psichiche che le inevitabili piccole differenze - una lampada, la disposizione dei mobili, un'arredamento di qualche anno più vecchio - potrebbero creare al nostro business man nel dormiveglia mattutino, quando, confuso dall'omogeneità complessiva crede di andare in bagno e si infila nell'armadio, o si ripete autistico: "eppure io il portacenere lo avevo lasciato lì, ed ora non c'è più. C'è il telefono. Avrò spento la cicca sul telefono?", e così via fino a non ricordarsi esattamente in che città si trovi.
Passiamo invece a ciò che i due fenomeni - pubblicità di Radio Record e catene d'albergo - si rifanno.
Perché, se uno viaggia, dovrebbe sentirsi come a casa?
E' una cosa veramente confortante?
Ok. Facciamo conto che lo sia. Allora perché non organizzare un servizio tra albergo e albergo in cui si allestisce la camera esattamente come la si è lasciata a chilometri di distanza, comprese le mutande per terra, il letto disfatto e il dentifricio aperto? Basterebbe un corriere e un form con cui passare le informazioni all'albergo di arrivo.
Non sarebbe, però, una cosa terribile uscire di casa (a questo punto ci si sentirebbe, ipotizziamo, a casa) e trovarsi davanti una banca dove si era lasciata una pasticceria? Avere freddo anziché caldo?
A questo punto si potrebbero posizionare gli alberghi in punti "simili" delle città. Con qualche difficoltà per le inevitabili discrepanze tra Bologna e Hong Kong.
E dove si potrebbe arrivare nella ricostruzione scenografica? Perché in fondo questi alberghi non sono veri: sono le copie di sé stessi, sono una scenografia in cui si dorme. Perché non proseguire con una scenografia in cui si lavora (quella dove si Mcmangia c'è già)?
Davvero è confortante? Bene. Allora una conclusione d'obbligo.
Se è così bello stare a casa propria, perché non piazzarsi davanti a Discovery Channel e comprare i souvenir su Ebay invece di andare in vacanza?
Perché viaggiare è bello. Scoprire posti nuovi è bello. Comprare i souvenir e rompere le palle per mesi a chiunque coi racconti di viaggio è bello. Farsi fotografare vicino al leone è bellissimo. Attaccare la foto in salotto è ancora meglio.
Solo che, vede, questo viaggio in un posto sperduto alla ricerca dell'avventura lo vorremmo fare, diciamo, part time. Nel senso che quando è ora di fare la nanna non vogliamo l'antico vociare della giungla, ma la moderna aria condizionata e ovviamente l'acqua calda. E, se possibile, una tv al plasma dove vedere Discovery Channel. Ah, già che ci siamo, la sanno fare la carbonara in questa Tanzania?
 
posted by www.mauriziamancini.com at 1:55 AM | Permalink | |