venerdì, maggio 25, 2007
Nostalgia canaglia
C'è un momento preciso in cui ti rendo conto che il fatto di non poter tornare a casa per almeno altri 6 mesi non è poi una cosa splendida. Perché per una settimana, toh, due, un giretto nella tua cara e vecchia provincia te lo rifaresti volentieri. Magari una serie di aperitivi con tutti i tuoi amici, una camminata sulla spiaggia, un acquisto compulsivo di scarpe che qui non sono paragonabili, una pizza, una piadina, un bel taglio di capelli che come la mia parrucchiera nessuno mai.
Il momento in cui questa cosa la senti dentro è quando, con il cuoco siciliano, ti metti a cantare le canzoni di Mina per il piacere di tutti i presenti.
In realtà ho mentito: i momenti sono due. Il secondo è quando, riguardando i Vitelloni e il relativo documentario composto da vecchi che si parlano addosso (sì, lo noleggiano anche qua. No, non so come lo doppiano in inglese perchè l'ho visto ovviamente in italiano) ti viene su una malinconia boia. E preghi qualsiasi Dio che ti faccia almeno scendere un po' di squacquerone dal cielo.
Perché si sa, la malinconia si cura attraverso il palato. E il palato è campanilista, ovvio.

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