Questa mattina datemi delle scarpe lucide, magari bordeaux, di vernice, che non le ho messe mai.
Poi vorrei una piioggerellina fine, o magari la nebbia (che c'è davvero, a quanto pare) e un odore di castagne bruciate in lontananza, così da avere il naso indeciso tra cacciarsi nel collo del cappotto, nel suo nido di lana che è la sciarpa, o resistere al freddo umido per annusare quel profumo di inverno e di focolare.
Datemi anche un bel pavimento in pietra su cui sbattere in fretta il ritmo dei tacchi di una lunga camminata, qualche luce di natale e un'amica da incontrare per una cioccolata calda, di quelle di pasticceria con la panna fatta in casa e i biscottini a lato, da sorseggiare in una luce tanto calda da sembrare arancione.
Poi fatemi incontrare almeno un bambino o una bambina piccola che fa bubusettete da dietro le gambe della mamma, con la vergogna curiosa che le arrossa il nasino.
E vorrei anche un cane, per piacere, con cui giocare e ruzzolarmi nell'erba, cpn cui sentire il profumo del prato bagnato e delle foglie cadute, il pelo liscio sotto le mani, e gli sguardi che parlano e giocano, e fingono e scherzano di rubarti la palla.
Poi un bel quaderno di quelli vecchi e rustici, con le pagine bianche o a righe finissime e rossastre, come una volta. Da riempire di parole seduti su una panchina bagnata del parco, a poca distanza da un gruppo di anziani che chiaccherano da sempre seduti sotto il loro albero preferito.
E poi un film sotto un piumino, con la notte di fuori e il corpo intorpidito negli abbracci, magari con una bella pizza fatta in casa, con la mozzarella filante.
E infine un bel bicchiere di vino - cagnina, se si può - e mangiare quelle famose castagne di prima, in una cantina con la musica bassa - un bel sax, dai - e il proprietario con il grembiule bianco un po' sporco.
Datemi un giorno dell'inverno perfetto, datemelo subito, al più presto, perché varrebbe l'inverno intero, ed è un peccato perdersi un inverno così.
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