lunedì, luglio 09, 2007
Torontolo
Riapro i battenti del temporaneamente impolverato blog per piccole impressioni flash sul mio weekend "Toronto, wine tour and Nagara Falls". Sebbene le virgolette possano suggerire uno di quei viaggi organizzati tutto incluso, anche il vicino di pullman logorroico, il nostro viaggio è stato esatamente il contrario: tutto fai-da-te-no-Alpitur-e-per-fortuna.
Ma siamo concisi, che ho da fare, e passiamo al cocktail di sfighe e bottediculo che sono sempre l'anima della vacanza.
Siam partiti in orario con l'areoplanino dell'American Airlines (una delle pegigori sulla terra. Sì, anche rispetto all'Alitalia). Mi gonfio il tattico cuscino a "U" per la dormita aerea, mi leggo una pagientta di libro e casco tra le braccia di Morfeo come solo io so fare (inciso: ho un record 2006 di 9 ore di dormita nette su un volo intercontinentale. Sembravo una professionista: mi svegliavo solo per mangiare). Quando il rollio dell'apertura del carrello delle ruote mi ha svegliato, ho diligentemente sgonfiato il cuscino e guardato fuori dal finestrino.
"Welcome to New York" con tanto di mela. Eravamo tornati indietro a metà del viaggio, causa una vibrazione, o più probabilmente la famiglia che hanno fatto scendere appena toccati terra.
Comunque, con buon spirito ottimista da viaggiatore, abbiamo concordato che ne è valsa la pena non foss'altro che per sentire il pilota dire "non preoccupatevi, ora ci mettono un po' di scotch e ripartiamo più belli di prima". Lo ammiriamo moltissimo.
Saltiamo ora il vero arrivo a Toronto, l'ostello in una casa pseudo coloniale con tappeti pseudopersiani che ci è piaciuto un sacco anche se si trovava tra uno strip club e una casa di accoglienza per homeless. Il vicinato era decisamente variopinto e alle 5 del mattino ricordava una scena di Jesus Christ Superstar, dove Jesus viene assalito dai derelitti, visto che i vicini barcollavano ubriachi e/o assonnati lungo tutta la strada. Una nota di merito, però: gli homeless canadesi hanno un che di pittoresco. Sembrano tutti un po' cantanti country o camionisti dei film americani.
Procediamo senza annoiarvi con le nostre favolose cene in ristoranti scelti a sorte (buonissime le bistecche, davvero), o di quella in un ristorante francese con porzioni da puffo a dieta, e tiriamo le somme in piccolo flash salvatempo.

In Canada spopola la macchina rossa. Si va dal bordeaux al rosso fiamma, non importa, ma un buon 40% delle macchine deve essere rosso. Sarà per la bandiera? Ai posteri l'ardua sentenza.

Le cascate del Niagara - pronunciate "Naiagraa Folls"- sono belle, ma è uno dei primi luoghi turistici del mondo in termini temporali e di volume, quindi c'è una folla e un tresh da oscar. Comunque ci siamo divertiti.

Il vino più famoso della zona, l'"Ice Wine", altro non è che un passito. La loro netta superiorità nel marketing lo fa pagare a peso d'oro. Però ha reso lieta una notra giornata, passata tra vigna e vigna a fare il testing e a goderci una lunga bevuta dalle 10 del mattino in poi.

I canadesi hanno un amore viscerale per l'Inghilterra. Hanno anche i francobolli con il faccione dell'Elisabetta.

Al ritorno, mi hanno fermato all'ispezione dell'immigrazione. Una questione di documenti he mi ha fatto perdere l'aereo e la lezione che avevo qua a NY nel pomeriggio. Nel bunker della "seconda ispezione" sono proibiti i cellualari e l'Ipod. Ti devi annoiare. Non devi socializare con gli illegali vicini, o ti guardano male e ti dicono di smettere. Non puoi essere accompagnato da nessuno e ti contanto anche i soldi nel portafoglio, svuotandoti la borsa e chiedendoti spiegazione per qualsiasi cosa. L'obiettivo, mi spiegò il vicino cubano, cliente affezionato del suddetto ufficio, è quello di tenerti una mezz'ora, farti domande imbarazzanti e possibilmente farti perdere l'aereo.

Alla fine, comunque, sono tornata a casa. Ora vado, che è tardi.
 
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